2 – Salvati dalle relazioni

Contenuti aggiuntivi all’interno:  Scheda di approfondimento – Testo canzone – Laboratorio

  1. PREGHIERA INIZIALE
  2. ASCOLTIAMO IL SIGNORE CHE CI PARLA
  3. RILEGGIAMO CON ATTENZIONE
  4. MEDITIAMO CONSIDERANDO LA NOSTRA REALTA’ DI COPPIA

1. PREGHIERA INIZIALE

Dio nostro Padre, nella tua bontà ci hai chiamati all’amore e ci fai il grande dono di essere l’uno per l’altra segno dell’Amore del tuo Figlio Gesù per la Chiesa sua Sposa. Manda in noi il tuo Santo Spirito, perché susciti in noi una risposta sempre più convinta e confermi il proposito che tu hai messo nel nostro cuore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Il nocciolo della questione – Le nostre vite (il nostro amore) sono avvolte e costituite da differenti relazioni… ed è bene che sia così! Però non sempre noi siamo buoni costruttori di relazioni, neanche quelle più care. Il rapporto con la persona amata vive in un contesto di relazioni allargate – possibilmente sane – e può aver bisogno di piccole-grandi “guarigioni” a fronte di alcuni blocchi o paralisi.

2. ASCOLTIAMO IL SIGNORE CHE CI PARLA

Dal Vangelo secondo Marco (2,1-12; 3,31-35)

cap. 2: 1[Gesù] entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. 3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». 6Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». 8Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». 12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

cap. 3: 31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. 32Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

Parola del Signore. Lode a te, o Cristo!

3. RILEGGIAMO CON ATTENZIONE

  1. «Si radunarono tante persone»
    1. Gesù si ferma “a casa sua”, dove lui abitava, cioè nella casa di Pietro a Cafarnao. La folla si raduna e lo circonda. Ma le sue labbra, le sue mani, i suoi occhi non sono mai fermi!
    2. La persona di Gesù, con la sua parola, attrae l’attenzione della folla. Si raduna attorno ad un centro, un perno… cosa l’avrà attirata? Cosa stava cercando?
    3. Gesù riesce a compiere ciò per cui le creature umane sono state create: per radunarsi, stare vicine, essere insieme, costituire comunità… La parola “Chiesa” deriva dal greco “ecclesìa”, che significa “assemblea radunata”, traduzione della parola ebraica “qahal”. Non stare da solo, radunarsi attorno ad un centro, fare comunità è un bisogno dell’uomo, creato così da Dio-Trinità.
  2. «Un paralitico portato da quattro persone»
    1. Il paralitico non può muoversi, non ha molte relazioni, non riesce ad andare da Gesù… deve essere portato. Tutti siamo almeno un po’ “paralitici delle relazioni” (ingessati, bloccati, disturbati, delusi), tutti avremmo bisogno di essere portati verso una soluzione, un “medico”.
    2. Il Vangelo annota la determinazione, la fantasia, la fatica, la fede di questi quattro “amici”: la loro relazione è profonda, non abbandona, non si arrende.
    3. Egoismo, superficialità, indifferenza, autosufficienza sono i peggiori blocchi delle relazioni, anche quella d’amore. “Essere liberati” significa dilatare la nostra vita con gli altri, gustare l’esistenza, essere più capaci d’amare.
  3. «Àlzati… Va’ a casa tua!»
    1. La riconciliazione operata da Gesù e dalla fraternità degli amici risolleva (tira in piedi) chi è solo. Con i segni della sua invalidità precedente (il lettuccio) può tornare dai suoi, nella sua casa.
    2. Quando si constata che le proprie relazioni sono maturate o addirittura risanate, si gioisce, si ringiovanisce, si torna alla vita quotidiana con più slancio.
  4. «I suoi»… «la folla»
    1. I familiari di Gesù sono tentati di saltare la folla, di accampare “diritti”. C’è sempre il rischio di intendere le relazioni in forma possessiva.
    2. Sorprendentemente, Gesù allarga i concetti di “maternità-fratellanza”: le relazioni non si chiudono in un piccolo gruppo, non sono élitarie, si aprono a 360°. C’è un legame ancora più forte di quello “di sangue”: quello con “chi compie la volontà del Padre”, cioè chi ama con lo stesso stile di Dio.
    3. La relazione coniugale va alla ricerca della persona amata “fuori” dal proprio “sangue” e si apre alla novità… e non dovrebbe rinchiudersi mai su un “egoismo a due”.

4. MEDITIAMO CONSIDERANDO LA NOSTRA REALTA’ DI COPPIA

La relazione con Gesù

  1. Quando sei stato anche tu tra la “folla” che va da Gesù? Ora ci sei ancora o non lo segui più? Perché sì, perché no? C’è una motivazione precisa o… “è capitato” così?
  2. Ti senti o ti vorresti sentire tra “i fratelli e le sorelle” di Gesù, ovvero tra quelli a Lui più vicini, quelli che ascoltano la sua Parola e la mettono in pratica? Non ti interessa? Cosa ti frena o ti ostacola?
  3. Chi ti ha portato da Gesù? Come ti ha fatto incontrare Gesù? Lui cosa ti ha fatto? Ti ha “guarito”? Conservi dei buoni ricordi?

Le relazioni più “larghe” rispetto alla coppia

  1. «Quattro persone» portano il paralitico: quali sono le relazioni più importanti per te oggi, quelle che ti “portano”, ti sostengono?
  2. Senti il bisogno di relazioni significative accanto a quella di coppia? Come le valuti e le curi? Come interagiscono con la relazione affettiva principale?
  3. A partire dall’amore che hai avuto in famiglia e nel fidanzamento, sei capace di aprire relazioni “amorevoli” con altri, allargando il “flusso d’amore” che promana dal tuo cuore?
  4. Senti che ci sono delle relazioni che non ti liberano, e invece ti “soffocano”, ti “imprigionano”? Come reagisci?
  5. Ti senti parte di un gruppo (sociale, politico, culturale, ecclesiale)? Perché sì, perché no? Ti senti legato al contesto in cui vivi, oppure sei un’“isola” nel mondo?

Le relazioni da risanare

  1. Sai riconoscere i tuoi handicap nelle relazioni, oppure credi di non aver bisogno di aiuto e di risanamento?
  2. La persona che è al tuo fianco ti “porta” verso l’identificazione e il superamento delle tue “paralisi”? Tu lo/la sostiene verso il superamento delle sue? In che modo?
  3. La tua relazione di coppia è stata risanata? C’è ancora da risanare? Dove (da chi) vai-andate per farti-vi aiutare? Chi vi “porta”? Quale “terapia” funziona?
  4. Qualche volta avete anche voi esultato per la novità di vita di amici e conoscenti (magari solitari, tristi, bloccati) risanati dall’amore? Siete stati per altri un esempio di questo evento?
  5. «Va’ a casa tua»: hai provato a “tornare” in alcune situazioni (p.e. le famiglie d’origine) dopo aver superato alcuni handicap relazionali?

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