Contenuti aggiuntivi all’interno: Video
- PREGHIERA INIZIALE
- ASCOLTIAMO IL SIGNORE CHE CI PARLA
- EDUCATI ALLA PAROLA DI DIO
- PER COMINCIARE A TRACCIARE UNA REGOLA DI VITA DI COPPIA E DI FAMIGLIA
- PER APPROFONDIRE
1. PREGHIERA INIZIALE
Noi ti preghiamo, Spirito di Dio che tutto crei, da’ compimento all’opera iniziata in noi;
previeni il male che possiamo fare, muovici al bene, fa’ che siamo fedeli e pazienti,
accendi nel nostro cuore l’amicizia per tutto ciò che vive e dacci gioia per ciò che è umano e buono.
Sei l’anima delle nostre preghiere: che cosa non potremmo aspettarci da te?
Saggezza per capirci gli uni gli altri, abilità nel dare aiuto, ovunque e sempre.
Sei il Dono fattoci da Dio Padre: sii dunque il Presente qui in mezzo a noi. Amen.
2. ASCOLTIAMO IL SIGNORE CHE CI PARLA
Dal Vangelo secondo Giovanni (14,23-27)
23Gesù disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore».
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai cristiani di Roma (12,1-2;9-18)
1Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
9La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; 10amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. 13Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi.
17Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio!
3. EDUCATI DALLA PAROLA DI DIO.
- Lo Spirito Santo è come il nostro respiro: Lui respiriamo, di Lui viviamo, in Lui esistiamo.
- Poiché la vita (ogni vita) deriva dall’opera creatrice di Dio-Trinità (che ci ha comunicato la Sua Vita), non c’è “concorrenza” tra la vita “naturale” e la vita “spirituale”. Ogni dimensione della nostra vita (corpo, animo, spirito) viene da Dio, è mantenuta da Dio, tornerà a Dio (passato, presente e futuro).
- Eppure il Dio cristiano è talmente rispettoso delle sue creature che le nostre vite sono pienamente vita “nostra”, libera, “autonoma nella relazione” d’amore con Dio-Trinità e con gli altri.
- Per spiegare questa “dipendenza dall’Altro” nella “reciproca autonomia”, l’analogia più bella è quella della relazione d’amore: nella coppia, io resto “io” anche nel “noi” della relazione e – nello stesso momento – senza questo “noi” io non sarei “io”.
- Per questo motivo, la vita morale del cristiano non è anzitutto il rispetto di “valori” o di una “legge”, bensì è vita nello Spirito, vita divina in noi, condizione fondamentale affinché noi possiamo essere ciò che siamo e fare ciò che è meglio per noi (affinché possiamo essere belli, buoni e veri).
- La Presenza dello Spirito in noi non è semplicemente un “aiuto”, un “sostegno” a vivere “come dice Dio” o “come dice la Chiesa” o a “resistere nel matrimonio”, bensì è la “condizione di possibilità” di vivere l’Amore, quello “alla maniera di Gesù Cristo”.
- Se la vita nell’amore di coppia (il “nostro”) ci piace, ci attira, promette di essere bella, a tal punto da chiedere di unirci in matrimonio, lo sarà e lo diventerà solo con la nostra piena collaborazione e responsabilità. La vita bella-buona-vera non è frutto del “caso” o della “fortuna”: è il frutto della sinergia tra tanti soggetti (Dio-Trinità, il contesto, la società, la Chiesa, tu, io).
- Possiamo scegliere se seguire il Signore Gesù nella quotidianità della vita familiare: lasciamoci dire da Lui come seguirlo, nell’habitat vitale più ampio che è la Chiesa. Le tre direttrici della vita cristiana – lo abbiamo già detto – sono la Parola di Dio, la Preghiera comunitaria e personale, l’amore al Prossimo. Nella scheda appositamente dedicata a questo tema, avevamo messo delle domande relative al modo in cui voi – come coppia – volete vivere di Parola, Preghiera, Carità fraterna.
- Nella celebrazione delle nozze (sacramento), verrà invocato su di voi (uomo e donna credenti che si amano) la presenza dello Spirito Santo. In coppia e come coppia, maschio e femmina diversi e in comunione, con il vostro corpo, il vostro animo e il vostro spirito potrete essere manifestazione e attuazione quotidiana dell’amore di Cristo Sposo per la sua Chiesa Sposa.
- Concretamente, a questo punto del CPM, quali passi intraprendete (per il presente e per il futuro), affinché la vostra richiesta del matrimonio-sacramento sia più specifica, consapevole, matura, coerente… rispetto a qualche mese fa? Potete lasciarvi guidare dalle parole del cap. 12 della lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma che abbiamo letto all’inizio.
4. PER COMINCIARE A TRACCIARE UNA REGOLA DI VITA DI COPPIA E DI FAMIGLIA
A partire dal ritmo delle nostre giornate: a partire da tutto il quotidiano «fare-essere» della vita di coppia, come si esplicita e si rende consapevole la vostra relazione con il Dio di Gesù Cristo (la Trinità)?
- Nel tempo del risveglio e della preparazione alla giornata;
- durante le attività lavorative;
- nei momenti del riposo, della distensione;
- nella gestione della casa e delle cose;
- nella cura delle relazioni;
a chiusura della giornata.
A partire dalle relazioni fondamentali:
- tra noi due (e poi quella coi figli);
- con le famiglie d’origine;
- con gli amici;
- con i colleghi;
- con la comunità cristiana;
- con la società.
Dentro tutte queste relazioni, come diviene esplicito e consapevole il vostro rapporto con Dio-Trinità?
Alla luce della struttura tricotomica della creatura umana: «Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo» (1Tess 5,23).
«Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui?» (1Cor 2,11). A proposito di questo “spirito”, «dire che sia lo Spirito Santo sarebbe troppo; eppure è la parte migliore del composto umano, ciò che è “più divino” dell’anima e del corpo, la nostra “principale sostanza”» (T. Špidlík, La spiritualità dell’Oriente cristiano, 1995, 92).
- Ciò che colpisce il nostro corpo
- Ciò che colpisce il nostro animo
- Ciò che colpisce il nostro spirito
- Ciò che esce dal nostro spirito
- Ciò che esce dal nostro animo
- Ciò che esce dal nostro corpo
Nella nostra coppia, uomo e donna considerati in questo modo, come e quando diventa esplicito e consapevole il rapporto con Dio-Trinità?
5. PER APPROFONDIRE
Dalla esortazione apostolica Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II (22.11.1981)
“Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi, come Cristo ci ha amati. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la carità coniugale, che è il modo proprio e specifico con cui gli sposi partecipano e sono chiamati a vivere la carità stessa di Cristo che si dona sulla Croce” (FC 13).
“La prima comunione è quella che si instaura e si sviluppa tra i coniugi: in forza del patto d’amore coniugale, l’uomo e la donna «non sono più due, ma una carne sola» (Mt 19,6; cfr. Gen 2,24) e sono chiamati a crescere continuamente nella loro comunione attraverso la fedeltà quotidiana alla promessa matrimoniale del reciproco dono totale.
Questa comunione coniugale affonda le sue radici nella naturale complementarietà che esiste tra l’uomo e la donna, e si alimenta mediante la volontà personale degli sposi di condividere l’intero progetto di vita, ciò che hanno e ciò che sono: perciò tale comunione è il frutto e il segno di una esigenza profondamente umana. Ma in Cristo Signore, Dio assume questa esigenza umana, la conferma, la purifica e la eleva, conducendola a perfezione col sacramento del matrimonio: lo Spirito Santo effuso nella celebrazione sacramentale offre agli sposi cristiani il dono di una comunione nuova d’amore che è immagine viva e reale di quella singolarissima unità, che fa della Chiesa l’indivisibile Corpo mistico del Signore Gesù.
Il dono dello Spirito è comandamento di vita per gli sposi cristiani, ed insieme stimolante impulso affinché ogni giorno progrediscano verso una sempre più ricca unione tra loro a tutti i livelli – dei corpi dei caratteri, dei cuori, delle intelligenze, e delle volontà, delle anime (cfr. Giovanni Paolo II, Discorso agli Sposi, 4 [Kinshasa, 3 maggio 1980]), – rivelando così alla Chiesa e al mondo la nuova comunione d’amore, donata dalla grazia di Cristo” (FC 19).
“La vita cristiana trova la sua legge non in un codice scritto, ma nell’azione personale dello Spirito Santo che anima e guida il cristiano, cioè nella «legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù» (Rm 8,2): «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Ibid. 5,5).
Ciò ha valore anche per la coppia e per la famiglia cristiana: loro guida e norma è lo Spirito di Gesù, diffuso nei cuori con la celebrazione del sacramento del matrimonio. In continuità col battesimo nell’acqua e nello Spirito il matrimonio ripropone la legge evangelica dell’amore e col dono dello Spirito la incide più a fondo nel cuore dei coniugi cristiani: il loro amore, purificato e salvato, è frutto dello Spirito, che agisce nel cuore dei credenti, e si pone, nello stesso tempo, come il comandamento fondamentale della vita morale richiesta alla loro libertà responsabile.
La famiglia cristiana viene così animata e guidata con la legge nuova dello Spirito ed in intima comunione con la Chiesa, popolo regale, è chiamata a vivere il suo «servizio» d’amore a Dio e ai fratelli” (FC 63).