3 – Maschio e femmina ad immagine di Dio Trinità

Contenuti aggiuntivi all’interno:  Schede di approfondimento – Testo canzone – Video

  1. PREGHIERA INIZIALE
  2. ASCOLTIAMO IL SIGNORE CHE CI PARLA
  3. RILEGGIAMO CON ATTENZIONE

1. PREGHIERA INIZIALE

Signore nostro Dio, tu sei Padre, Figlio e Spirito: tre Persone diverse, una natura divina.
Ci hai creati e fatti crescere come te, “a tua immagine”: due persone, una coppia.
Ti ringraziamo
e ti chiediamo di farci camminare verso quella “immagine” che da sempre ci hai regalato.
Fa’ che diventiamo “una cosa sola” come tu ci hai pensato: differenti e in comunione.
Maria, madre di Dio e madre della Chiesa, prega per noi. Amen.

 Il nocciolo della questione – La relazione interpersonale è costitutiva dell’essere umano perché siamo stati creati ad immagine di Dio-Trinità, che è comunione di tre Persone (Padre, Figlio e Spirito Santo), diverse e strettamente unite: così unite da essere “una sostanza sola” – quella divina – e così originali da essere differenti. Le differenze tra l’uomo e la donna sono state create affinché – nella reciprocità dell’amore – si formi “una cosa sola”, nuova, inedita, originale, insostituibile.

2. ASCOLTIAMO IL SIGNORE CHE CI PARLA

Dal libro della Genesi (1,1-5; 2,1-2.7.18-25)

1In principio Dio creò il cielo e la terra. 2La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 3Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. 5Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo. (…)
26Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. 28Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra». 31Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
1Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.

2 Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. (…)
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Allora l’uomo disse: “Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta”. Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio!

3. RILEGGIAMO CON ATTENZIONE

  1. «In principio Dio creò» – All’inizio, all’origine di tutto c’è un’azione, un’opera di Dio. Non c’è un’idea, un “messaggio”, un “valore”. C’è Dio che fa. Agisce, è protagonista, si dà da fare. Colui-che-è (“Io sono colui che sono”, dice di sé nel libro dell’Esodo 3,14-15) è azione, movimento. Questo è ciò che sta all’origine di tutto: non l’immobilismo o la staticità; c’è lo Spirito Santo che “aleggia”, volteggia, vola, deciso a non stare mai fermo.
    1. All’inizio della nostra coppia c’è un’azione, un fare, o meglio mille azioni, mille fare: prima dello specifico significato sessuale dell’espressione “fare l’amore”, l’amore ha agito in noi ed è stato agito da noi nella scelta reciproca (l’uno per l’altra) della persona che abbiamo voluto al nostro fianco. E da quel momento ogni giorno nella edificazione reciproca.
    2. Abbiamo già visto (durante il nostro primo incontro) che possiamo sentirci chiamati da Gesù. Oggi possiamo fare memoria dell’ “in principio” cha ha creato la vita, il mondo, il respiro delle relazioni, tutto l’amore. Gioiamo sentendoci inseriti in questo infinito tracciato di “agire divino” che è Dio stesso.
  2. «Separò – chiamò – secondo la propria specie» – La parola potentemente amorevole della Trinità crea distinguendo, a partire dall’indistinto delle «tenebre» e dell’«abisso» (Gen 1,2): non c’è luce se questa non è separata dalle tenebre (Gen 1,4); il cielo separa le acque dalle acque (Gen 1,6.7); il mare si ritira per lasciare spazio alla terra (Gen 1,9); gli alberi sono diversi l’uno dall’altro perché fanno frutti secondo la propria specie (Gen 1,12); gli astri servono per distinguere i giorni dalle notti e per segnare il mutare dei tempi (Gen, 1,14); gli animali sono creati e si moltiplicano nella loro specificità (Gen 1,20ss). E’ possibile addirittura scorgere in Gen 1 una serie di «coppie» create, quasi in preparazione all’apparizione della coppia umana: il cielo e la terra; lo spirito e le tenebre; la sera e il mattino; l’asciutto e la massa delle acque; il sole e la luna; il giorno e la notte. Così si esprime la sapienza di Israele: «Tutte sono a coppia, una di fronte all’altra; egli non ha fatto nulla d’incompleto» (Sir 42,24). E’ una “separazione” per la comunione: la complementarietà e la reciprocità anelano all’unione profonda e si aprono le strade per una “ricomposizione” che rispetti l’originalità delle parti in gioco.
    1. L’amore ha composto insieme nella coppia noi due: due persone “separate”, differenti, «secondo la propria specie», quella del sesso, quella della personalità, quella della famiglia d’origine, quella della storia di ciascuno. In questo momento possiamo fare una specie di “litania delle differenze”, cioè presentare davanti a Dio (la Differenza per eccellenza!) e al nostro fidanzato/a le peculiarità che contraddistinguono ciascuno di noi due: quelle che sono caratteristiche della nostra persona; quelle che ci hanno affascinato dell’altro/a; quelle che non ci piacevano ma abbiamo riconosciuto che sono per la comunione; quelle che abbiamo imparato a sopportare; anche quelle che non sopportiamo… non ancora!
    2. A volte la differenza è un serio ostacolo alla comunione: quando e come? In che modo reagiamo?
  3. «E così avvenne» – «sesto giorno» – Ci affascina constatare che la Parola di Dio è così efficace: sembra realizzare immediatamente ciò che desidera. Proviamo invidia. In realtà non è così: lungo tutta la storia, dal primo lampo della Luce di Dio fino ad oggi, il Suo lavoro prosegue, affinché sia compiuto quel progetto stupendo della vita e del mondo secondo la comunione trinitaria. La Bibbia ci annuncia questa continua opera di Dio mostrandoci il passare dei “sei giorni”: un tempo prolungato (non un attimo); un tempo organizzato (la “settimana” degli antichi); un tempo incompiuto (il numero 6 nella cultura semitica indica la non-completezza: manca ancora qualcosa ad arrivare al 7, considerato il numero della pienezza). Dio vuole che il suo “lavoro” sia inscindibilmente connesso al nostro, senza il quale non porterà tutti i frutti da Lui desiderati (= la pienezza dell’amore).
    1. La nostra coppia ha fatto dei passi di maturazione, fino alla decisione di partecipare ad un “corso” in preparazione al sacramento del matrimonio. Alla luce della storia del nostro amore, cosa possiamo elencare oggi tra le cose realmente “avvenute”? Rendiamo grazie a Dio e al fidanzato/a.
    2. Cosa di noi vediamo incamminato sulla buona strada, “di giorno in giorno”, verso una promettente realizzazione?
    3. Cosa invece è sempre fermo, arrestato al “sesto giorno”, sempre incompleto e “incompiuto”… o forse definitivamente irrealizzabile? Come reagiamo?
  4. «Facciamo l’uomo a nostra immagine» – L’opera di Dio-Trinità (come Lui-Loro operano e cosa fanno) rivela non solo le sue “qualità” (bontà, creatività, potenza), bensì è “autorivelazione”: Dio agisce così perché Lui è così! Noi creature umane – noi «maschio e femmina» – siamo fatti «a sua immagine».
    1. La nostra coppia, immagine di Dio-Trinità, può essere (e operare) come è (e opera) Dio-Trinità. Lodiamo e ringraziamo!
    2. Passiamo in rassegna quelle “note” d’Amore che ci rendono tanto simili a Lui-Loro.
    3. Domandiamo perdono a Dio e al fidanzato/a di ciò che invece “defigura” la sua immagine in noi. Oppure offre di Lui una brutta immagine. Il peccato ci rende meno “belli-buoni-veri” agli occhi di chi ci ama, perché ci fa amare meno e ci rende meno amabili (= “meno” portatori dell’immagine dell’amore).
  5. «Non trovò un aiuto che gli corrispondesse» – Le altre realtà create non possono “corrispondere” (l’originale ebraico significa: stare “di fronte a”) alla creatura umana.
    1. Mi è capitato di “riempire” la mia vita di altre “cose”? Che differenza sostanziale permane tra questo “riempire” e il senso di “pienezza” proprio della vicenda dell’amore di coppia?
    2. C’è qualche “cosa” che devo lasciare perché non “corrisponde” alla persona che amo e alla nostra vita (presente e futura) di coppia?
  6. «Carne della mia carne e osso delle mie ossa» – Esclamazione di gioia di Adamo quando finalmente trova colei che gli corrisponde! E possiamo pensare che questo sentire sia reciproco.
    1. Che “storia” ha avuto in noi due questa “esclamazione”? Cosa è maturato dalla prima volta in cui siamo stati “sopraffatti” dallo stupore di incrociare l’altro/a fino alla decisione di fare un percorso fino al matrimonio cristiano? Conferme, sviluppi, regressioni, delusioni, rassegnazione, ricostruzioni…
  7. «Abbandonerà e si unirà» – La “unione” con la persona amata comporta l’”abbandono” di altre relazioni, in modo particolare la propria famiglia d’origine.
    1. Quali sono stati i saggi passi di “allontanamento” dalla propria famiglia d’origine, ciascuno dalla sua? Quali sono stati “traumatici”? Ce ne sono stati di significativi oppure no? Cosa ci aspettiamo per il futuro? Ne siamo coscienti?
  8. «I due saranno una sola carne – Non ne provavano vergogna» – La “unione” con la persona amata è una “cosa” nuova, una nuova “carne”, che è più della somma dei due. Per questo la “nudità” non è un problema: la comunione in “una cosa sola” rispetta l’alterità e l’integralità dell’altro/a… e non desidera solo una sua parte del suo corpo.
    1. Torneremo sull’argomento la prossima volta… ma possiamo cominciare a pensarci!

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